Gorée-Umberto Vitiello

Umberto Vitiello

Gorée

Suono da quando sono nato, ma a vivere di musica ho cominciato tardi

ed è stato a Gorée, nella buvette di Thiam, nel 1981.
 

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Gorée è una piccola isola a poche miglia da Dakar, in Senegal.

Per lunghi anni è stata teatro di atrocità nei confronti degli schiavi africani che lì venivano raccolti e poi smistati oltreoceano.

Mentre molti di loro morivano in mare durante il viaggio, altri si spegnevano nella maison des esclaves.

Oggi questa prigione raccoglie le testimonianze di sdegno

di tutto il mondo civile, a condanna di un tale crimine dell’uomo contro l’uomo.

Vedere le catene penzolare dai muri e

la tristemente nota “porta del non ritorno” affacciarsi sul mare come se si affacciasse nel nulla, provoca un doloroso senso di vergogna....!
Una leggenda aleggia nell’aria a Gorée.

Si dice che gli uomini bianchi, i toubabs, vengano misteriosamente percepiti dall’isola e da essa riconosciuti per come si presentano nell’animo, di conseguenza accettati o meno.
 

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I non graditi difficilmente riescono a trascorrerci la notte e sono oscuramente costretti da strane circostanze ad andar via…

Per gli ammessi invece, Gorée diviene un luogo magico come lo è per i Senegalesi.

Devo a quest’isola, oltre che l’inizio del mio lavoro artistico, tante indimenticabili notti africane.